QATAR 2022, IL MONDIALE INVERNALE AI NASTRI DI PARTENZA
L’anomalia di questo mondiale che per la prima volta nella storia si disputa tra novembre e dicembre.
La motivazione è molto semplice: il paese organizzatore, il Qatar, è luogo dove per ragioni climatiche sarebbe stato praticamente impossibile giocare tra giugno e luglio.
Già in questi due mesi tipicamente invernali, infatti, la temperatura si aggira tra i 25 e i 30 gradi. La scelta è stata osteggiata da molti e tutt’ora tra tifosi e opinionisti la teoria del boicottaggio è molto in voga e sui social si sono sprecati gli hashtag che invitavano a non seguire la manifestazione.
Le ragioni alla base sono di natura sociale e sportiva e spesso il confine tra le due è molto labile, tanto da non riuscire a capire dove una cosa incida sull’altra e viceversa. Fatto sta che il Qatar è uno stato emirato, una monarchia assoluta ereditaria, retta da una famiglia reale che governa da due secoli. La situazione dei diritti civili è assolutamente diversa da quella degli stati occidentali e proprio questo il punto per il quale anche facendo leva sulla necessità di rivoluzionare i calendari di quasi tutto il panorama sportivo mondiale che anche dal mondo dello sport si sono levate le voci di protesta.
Ma si sa, la magia del pallone spesso cancella tutte le posizioni ideali: quando la sfera comincerà a rotolare e soprattutto quando la competizione entrerà nel vivo, le gare troveranno seguito e passione.
Non ci sarà per la seconda volta la na
zionale italiana, che ancora una volta si troverà a guardare allo schermo le gare delle avversarie che si sono qualificate. La vittoria dell’europeo ottenuta nell’intermezzo di due manifestazioni saltate, non può cancellare la macchia indelebile e c’è da giurare che molti appassionati e sportivi del bel paese non vedano l’ora di lasciarsi alle spalle anche questa finestra.
Volendo dare uno sguardo all’aspetto tecnico, aiutati anche dalle quote dei nostri bookmakers, le favorite per la vittoria finale sono ancora una volta le due compagini sudamericane: Brasile e Argentina.
I verde oro partono da una prima linea di grande classe: Neymar, Junior Vinicius, Gabriel Jesus. Non sembra più la stellare compagine delle scorse edizioni l’Argentina, ma ancora una volta la classe di Messi, dietro all’esplosività dei due “italiani “Dybala e Lautaro Martinez, insieme a una organizzazione difensiva più solida, potrebbe comunque portare fino in fondo l’Albiceleste.
Tra le nazionali europee, sicuramente sulla carta la più forte è la Francia di Deschamps: Mbappè fiore all’occhiello di una compagine che ha tra le sue fila grandi giocatori e con davvero pochi punti deboli. Ci proverà anche l’Inghilterra, finalista all’ultimo europeo e come sempre desiderosa di portare a casa un titolo che manca da troppo tempo.
Spagna, Germania e Olanda non sono più le nazionali con i fasti del passato, e partono sicuramente non in pole position ma in seconda fascia, insieme al Portogallo e al Belgio possibili outsider.
Tra le sorprese di questa edizione, oltre ai padroni di casa del Qatar, l’Iran che sarà normalmente al suo posto nonostante le polemiche legate sempre alla situazione politica nel paese arabo, le compagini africane Ghana, Senegal e Tunisia.